Cosa si fa a novembre nel frutteto

Il mite inizio di autunno sembra allungare la stagione nell’orto, nel frutteto e nei giardini. Tuttavia è tempo di mettere in programma i lavori di fine stagione.

Nel frutteto le operazioni consigliate prima del gelo sono due: la concimazione al piede e il primo trattamento invernale.

La concimazione autunnale alle piante da frutto consiste nella distribuzione di concimi granulari, minerali o organo-minerali, a base di azoto, fosforo e potassio. Consigliamo di accoppiare al concime ternario il carbonato di calcio: abbondante come correttivo nei terreni a reazione acida, ma anche come concime che apporta calcio e magnesio, mesoelementi fondamentali per la produzione frutticola, in tutti i terreni.

Il primo trattamento invernale viene in genere collocato dopo la caduta delle foglie, o quando è caduta la maggior parte di esse, tra la metà  di novembre e l’inizio di dicembre. E’ un trattamento da effettuare su piante in riposo vegetativo con prodotti di copertura dalla duplice azione: disinfettare e disinfestare  le piante dalle avversità  subìte nella stagione appena conclusa; prevenire e proteggere le malattie e i parassiti nella produzione a venire. Perciò un trattamento invernale standard è composto sia da un prodotto rameico che elimini i funghi patogeni, sia da prodotti insetticidi attivi per contatto come l’olio minerale o i fosforganici, che debellino i parassiti insetti svernanti sulle piante da frutto.

L’olio minerale e il rame sono prodotti fitosanitari consentiti in agricoltura biologica. Inoltre i trattamenti invernali sono eseguiti in periodi lontani dalla maturazione e dalla raccolta, senza alcun rischio di principi attivi residui nella frutta. Certamente tali trattamenti non sono sufficienti per contenere completamente le malattie del frutteto, ma per questi due motivi, per la facilità  di distribuzione al bruno, per l’efficacia indiscussa sul contenimento di malattie onnipresenti come la ticchiolatura e la bolla del pesco…vale la pena di considerarli!

I tecnici del Giardivendolo sono disponibili per dettagli e chiarimenti sull’argomento.

Buon lavoro!

 

Serena Tentorio

Che stile ha il mio giardino? – parte 2 –

Nell’articolo precedente ci chiedevamo: ci sono degli stili dai caratteri definiti che possono farci da linea guida e aiutarci a capire quale strada percorrere nelle fasi della progettazione, o riprogettazione, del nostro giardino? La risposta è sì, eccome: la storia ci ha consegnato innumerevoli, e una più ammirabile dell’altra, realizzazioni di giardini. Allora, senza pretesa di fare la storia del giardino, vediamo sinteticamente le caratteristiche fondamentali di alcuni stili, dei quali magari avrete qualche volta già  sentito parlare: il giardino formale, caratterizzato da prospettiche forme regolari e geometriche sia nella suddivisione degli spazi sia nella struttura della vegetazione che, con l’impiego di piante sempreverdi e che ben sopportano le potature, viene scolpita in vere e proprie sculture vegetali, accanto a specchi d’acqua geometrici, fontane e statue; il giardino informale, che si rifà  alle composizioni che si trovano in natura, attraverso l’avvicendarsi di grotte, ruscelli, cespugli in forma libera, un luogo da scoprire man mano che lo si attraversa e dove le emozioni e lo stupore colgono il visitatore allo svoltare di ogni angolo; il giardino zen, che si caratterizza per pochi elementi definiti e imprescindibili come rocce, sabbia fine, acqua in movimento e piante sempreverdi dalla crescita lenta e dalle forme scultoree, dove l’armonia e l’equilibrio di forme e spazi minimali conciliano la meditazione e il raccoglimento; il giardino roccioso, costituito da roccaglie e massi decorativi tra i quali trovano posto piante tappezzanti, ricadenti e cuscini di fiorellini ispirati ai luoghi secchi o di montagna.

Insomma, le possibilità sono davvero infinite e, alla fine, lo stile giusto sarà  un giusto insieme di elementi che parleranno di voi e delle vostre emozioni: lo Studio Tovaglieri studierà  per voi e con voi la migliore soluzione, proprio come una brava sarta vi cucirebbe un bell’abito su misura, anche di budget.

 

Diana Marchesin

Che stile ha il mio giardino? – parte 1 –

Quando ci si appresta a realizzare un nuovo giardino, o a riqualificarne uno esistente, una delle scelte fondamentali sta proprio nel capire quale stile rispecchia meglio le nostre aspettative, le nostre esigenze e la nostra personalità . Proprio come un’opera d’arte ogni giardino è un’opera unica, irripetibile e come tale interpreta in modo personale diversi aspetti: a seconda che vogliamo un giardino da abitare piuttosto che un giardino da ammirare, un giardino da vivere in tutte le stagioni oppure solo in alcune, o ancora che sia un rifugio per isolarsi oppure un luogo dove riunirsi con amici e parenti, il giardino che andremo a progettare dovrà tenere conto di questi e molti altri fattori. Diciamo che non c’è lo stile giusto, perfetto, per ogni giardino, c’è piuttosto la miglior interpretazione di quel luogo che diventerà  un giardino e dell’idea futura che il suo proprietario ha o meno di quel giardino: lo stile poi sarà  il linguaggio che meglio esprimerà  le caratteristiche e la bellezza di quel luogo e i desideri e le esigenze di chi lo vivrà . Ricordiamoci poi che “Per una parete grande non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello!”, così come diceva una famosa pubblicità  degli anni ’80: e cosa c’entra? Beh, allo stesso modo, il disegno delle forme, la scelta delle piante, un certo stile e una certa ambientazione non è detto che valgano sia per un giardino grande sia per un giardino piccolo, insomma non è detto che quello piccolo possa essere la miniatura di quello grande, e viceversa! L’armonia e la proporzione di forme, spazi, colori, luci, materiali e tutti gli elementi, vegetali e non, del progetto, dovranno essere espresse al meglio tanto nel giardino piccolo quanto in quello grande, quindi “non serve un progetto grande, ma un grande progetto!”.

Lo Studio Tovaglieri, con il suo team di esperti, saprà  condurvi in questo affascinate viaggio dalla progettazione alla realizzazione del vostro giardino dei sogni e, nel prossimo articolo, andremo più nel dettaglio proprio in merito agli stili e alle atmosfere che si possono creare.

 

Diana Marchesin

Quando l’analisi strumentale su un albero è di conforto alle decisioni

Spesso quando ci si trova ad effettuare l’indagine di stabilità di un albero ci si accorge della presenza di difetti e/o sintomi di degradazione a carico dei tessuti legnosi che non possono essere correttamente interpretati se non con l’ausilio di strumenti dedicati. Lo Studio Tovaglieri, da oltre 25 anni al fianco di privati e amministrazioni pubbliche nella valutazione dello stato di salute e sicurezza degli alberi, si è dotato nel tempo di strumentazione sempre più all’avanguardia che consente di effettuare un’accurata indagine delle condizioni del legno interno degli alberi.

Il tomografo sonico, ad esempio, è in grado di evidenziare lo stato del legno interno di un tronco attraverso misurazioni di impulsi sonici che si trasmettono tra i vari sensori, disposti a catena, che costituiscono lo strumento. Gli speciali sensori, fissati sul tronco, sono in grado di registrare la velocità  degli impulsi indotti con un martello nelle varie direzioni. Il colpo inferto dal martello al sensore crea un impulso e genera un’onda che si propaga nel mezzo e nel legno; il tempo impiegato dall’onda per compiere l’attraversamento viene registrato e da esso si ricava la velocità  di trasmissione dell’impulso. I dati ottenuti vengono raccolti da un’interfaccia e rielaborati da apposito software che ricava le velocità  di ogni impulso tramite un’interpolazione e successivamente restituisce in due o tre dimensioni le aree interne del legno sotto forma di una matrice a colori. Ad ogni colore corrisponde una differente velocità di propagazione dell’onda sonica. Ogni tipologia di legno possiede la propria velocità  specifica di trasmissione: valori anomali rispetto agli standard indicano anomalie del legno riscontrabili come cavità, carie o semplici discontinuità  visibili e chiaramente distinguibili sull’immagine, a colori, 2D o 3D restituita dallo strumento.

L’interpretazione dei dati rilevati dallo strumento risulta di fondamentale importanza ai fini del corretto esito dell’indagine e richiede un elevato bagaglio tecnico e una conoscenza approfondita delle caratteristiche del legno di ogni singola specie. Nelle immagini che seguono il confronto tra l’indagine strumentale effettuata al colletto di un soggetto arboreo di Tiglio e il ceppo dell’albero una volta abbattuto; come si osserva la corrispondenza tra i due è piuttosto spiccata, a costituire una fotografia precisa delle condizioni del legno interno dell’albero.

Quando si dice l’importanza dell’interpretazione!!!

 

Martina Roncalli