Insetti molesti vecchi e nuovi

Cosa si intende per insetti molesti? Si possono considerare tali sia gli insetti fastidiosi per la presenza in massa in ambienti frequentati dall’uomo, sia gli insetti che creano danni alla salute delle piante e degli animali, uomo compreso.

Tra i primi consideriamo per esempio le mosche e le formiche, tra i secondi sicuramente elenchiamo le zanzare, la famosa Popillia japonica, le cimici di tutti i colori e in particolare la cimice asiatica che da qualche anno infesta case, orti, frutteti. Tra gli insetti sopra nominati ci sono alcuni parassiti da sempre presenti nelle nostre zone; altri invece, come la zanzara tigre, la Popillia e la cimice asiatica sono “new entries” e come tutti gli organismi di nuova introduzione suscitano preoccupazione e particolare clamore perché la popolazione cresce velocemente e si espande in nuovi areali. Ultima sorpresa segnalata in Lombardia, già incontrata dal vivo dai nostri tecnici, è la cocciniglia giapponese, una cocciniglia particolarmente curiosa a cui dedicheremo un articolo a breve.

Per approfondire questi argomenti vi invitiamo alla serata dell’ 8 giugno “GLI INSETTI MOLESTI: nuovi insetti ci invadono, come tenerli sotto controllo”, ore 21.00 presso la nostra sede di Golasecca.

Trattamenti BIO al frutteto

È possibile produrre frutta senza trattare le piante? O meglio, è necessario trattare le piante da frutto?

In genere chi pone questa domanda… non lo vuole fare! Questo perchè identifica due diverse problematiche nel trattare le piante: la prima è il lavoro, l’attrezzatura e il tempo richiesti per l’operazione, la seconda è la distribuzione di prodotti fitosanitari di sintesi su qualcosa che verrà mangiato.

La risposta tecnica alla domanda iniziale è piuttosto articolata. Le piante da frutto sono soggette a malattie e avversità causate da funghi, parassiti, carenze nutrizionali. I trattamenti possono avere scopo preventivo o curativo a seconda dell’incidenza della malattia o della strategia di controllo efficace. Può accadere che alcune piante da frutto producano in maniera soddisfacente senza essere trattate; in questo caso i trattamenti possono essere evitati, ma la produzione va sostenuta con concimazioni regolari almeno tre volte all’anno: le piante ben nutrite sono meno suscettibili alle malattie. Questo è il presupposto su cui si basa il piano di trattamenti biologico da noi proposto per il frutteto: la maggior parte dei prodotti scelti agiscono come concimi specifici che rendono le piante più resistenti a determinati patogeni fungini e agli insetti parassiti.

Al Giardivendolo sono a disposizione il piano bio dei trattamenti il frutteto, i prodotti consigliati e tutte le indicazioni tecniche e operative per attuarlo correttamente.

 

Serena Tentorio

È il momento dell’antigerminello antipabbio sul prato

Nei tappeti erbosi inizia a germinare il pabbio. È un evento primaverile inesorabile: può avvenire già a inizio aprile oppure verso la fine del mese, in funzione dalle temperature registrate. Il pabbio non è un’unica specie di erbaccia, comprende alcune graminacee macroterme che nascono da seme nei prati da aprile fino ad agosto. Il dramma del pabbio è che parte in sordina… ma poi sviluppa cespi fitti, prostrati o eretti, che soffocano l’erba. Alla fine dell’estate il pabbio secca lasciando il prato devastato.

Nei prati stabilizzati la soluzione più economica e più efficace è la distribuzione di un diserbante preventivo quando germinano i primi semi, ovvero l’antigerminello. IL MOMENTO PER FARE IL PRIMO TRATTAMENTO ANTIGERMINELLO È ADESSO!

Il prodotto esiste sia in forma granulare che liquida, da distribuire rispettivamente con uno spandiconcime o con una pompa irroratrice. Ha efficacia per circa due mesi, in giugno va ripetuto.

E se piove nei prossimi? Meglio: la distribuzione dell’antigerminello deve essere seguita da una irrigazione oppure dalla pioggia!

I tecnici del Giardivendolo sono a disposizione per ulteriori informazioni.

Piano dei trattamenti al vigneto 2018

Sono disponibili presso la nostra sede i piani del trattamento al vigneto 2018. Come ogni anno abbiamo composto due differenti opzioni a seconda della dimensione del vigneto: la tabella ufficiale per chi ha una produzione semi-professionale e la tabella per i piccoli vigneti, consigliata a per chi tratta con volumi di acqua inferiori a 100 litri ogni trattamento.

Il piano prevede la prima distribuzione il 21 aprile: è una data indicativa, il segnale per iniziare è che la lunghezza dei germogli della vite sia almeno 10 cm, momento in cui la pianta comincia ad essere suscettibile alla peronospora.

I piani dei trattamenti da noi proposti sono i trattamenti tradizionali con prodotti fitosanitari registrati sul vigneto che, durante le diverse fasi fenologiche della vite, prevengono e curano la peronospora, l’oidio, la botrite e i danni da insetto. E’ possibile un’alternativa biologica ai trattamenti convenzionali? Ne parleremo nelle prossime newsletter.

Coltivare i piccoli frutti

Quali sono i piccoli frutti? Li accomuna la piccola dimensione del frutto: alcuni sono più noti, come mirtilli, lamponi, more, fragoline di bosco, ribes, uva spina; altri sono divenuti famosi da poco per le proprietà nutritive, come goji, cranberry e aronia. In cucina e commercialmente sono indicati anche con il sinonimo “frutti di bosco” per il carattere selvatico e spontaneo di molti di loro, ma oggi i piccoli frutti coltivati sono varietà selezionate e molto produttive con proprietà estetiche, organolettiche e nutritive attentamente ricercate.

Venerdì 6 aprile dedicheremo una serata alla coltivazione dei piccoli frutti, hobbistica e non solo, e concluderemo la serata con un goloso assaggio preparato al momento.

Vi aspettiamo numerosi!!!!

 

Serena Tentorio

Il verde condominiale che dà valore all’immobile

Verde condominiale è spesso sinonimo di giardino di serie B o di verde trascurato. Dal punto di vista di chi vive in appartamento è di fatto “il giardino di casa”, dal punto di vista degli amministratori condominiali è una cosa da gestire, una fonte di preoccupazione per la sicurezza di chi lo frequenta e soprattutto una spesa in più.

Venticinque anni di esperienza nella gestione del verde pubblico, condominiale e privato hanno forgiato i tecnici dello Studio Tovaglieri per risolvere problematiche tecniche, economiche, giuridiche ed organizzative di tutti i tipi. L’impegno economico e organizzativo nella gestione del verde condominiale non deve essere per forza oneroso e pretenzioso, la sfida del professionista del verde è quella di ottimizzare le potenzialità di un’area, di proporre soluzioni attuabili e di dare risultati soddisfacenti in tempi ragionevoli.

In particolare lo Studio Tovaglieri propone agli amministratori condominiali la propria collaborazione tecnica per attuare:

  • il Censimento del Patrimonio Verde Condominiale;
  • la Valutazione speditiva dello Stato di Salute e Sicurezza degli Alberi;
  • il Piano Tecnico ed Economico di Gestione Pluriennale del Verde Condominiale;
  • la ricerca e l’assistenza alla scelta delle imprese giardinieristiche più serie, qualificate e meno costose.

Produciamo informazioni utili e istruzioni per gestire il verde condominiale in modo efficace, tracciato, economico e soddisfacente.

Con lo Studio Tovaglieri, gestire il verde condominiale non è un “fastidio”, ma può essere per gli amministratori l’occasione di fare bella figura e per i condomini l’opportunità di non rinunciare ad un angolo di verde fruibile e piacevole!

 

Andrea Tovaglieri

Comincia la primavera e si concima!

Il 20 Marzo è iniziata la primavera, diamole il benvenuto cominciando… a concimare! Quest’anno il gelo e la neve di inizio mese hanno scoraggiato la programmazione dei lavori, ma ora è il momento di agire.

Il concime di inizio stagione favorisce la ripresa vegetativa di tutto: dopo mesi di stasi vegetativa tutte le piante riprendono l’attività fisiologica e hanno bisogno di elementi nutritivi. Azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, ferro e gli altri microelementi sono i mattoncini che costituiranno nuove radici per assicurare rinnovata solidità, che costruiranno i nuovi tessuti vegetali, che completeranno lo sviluppo delle gemme a fiore.

Allora parola d’ordine “nutrire le piante del giardino”! Tappeto erboso, piante da frutto, alberi, piante ornamentali, orto, siepi, aiuole, acidofile, rose, piccoli frutti… quello che è ben nutrito al risveglio sarà più sano e generoso durante tutta la stagione!

 

Serena Tentorio

Prato: ultime cure prima del gelo

Il gelo tarda ad arrivare e l’autunno ci lascia ancora il tempo di ultimare le operazioni di chiusura di stagione nei tappeti erbosi.

Per chi non ha ancora provveduto, consigliamo la concimazione autunnale del prato con un concime antistress ad alto titolo di potassio (come Antistress 15.0.26) che prepara l’erba a sopportare meglio il freddo che verrà.

Novembre è il mese in cui consigliamo la distribuzione di carbonato di calcio sui tappeto erbosi coltivati in terreni acidi e subacidi: il carbonato lavora lentamente, sciogliendosi nel tempo, apporta calcio e tampona gradualmente l’acidità naturale del suolo.

Infine, se arriverà  la neve, è utile prevenire le malattie causate dai funghi che attaccano il prato dopo una nevicata. Il più noto e diffuso è il marciume rosa delle nevi (Microdochium nivale) che causa chiazze estese di erba schiacciata e marcescente sotto la neve. La prevenzione consiste in un trattamento fungicida con un principio attivo mirato per tale malattia, da applicare a fine novembre-inizio dicembre. Efficace risulta anche la prevenzione biologica attuata con l’applicazione di batteri che “allertano” l’erba che si dimostra più reattiva e molto meno sensibile all’attacco dei funghi.

I tecnici del Giardivendolo sono disponibili per dettagli e chiarimenti su concimazioni e trattamenti del tappeto erboso.

Buon lavoro dunque… un prato ben curato e performante rimane verde anche in inverno!

 

Fare Olio in Italia con responsabilità

Avete mai assaggiato una oliva colta direttamente dall’albero? E’ una delle cose più disgustose da sentire in bocca! Eppure l’olio extra vergine di oliva, così si deve definire il risultato della spremitura meccanica delle olive, è una delle più buone e naturali sostanze che deliziano e soddisfano il palato. Un alimento, se ben fatto, completamente ed estremamente naturale: piante ben coltivate, olive sane appena colte, frantoio in pietra, pressatura forte, acqua “sporca” da una parte e profumato verde olio extra vergine dall’altra. E’ molto semplice a dirlo, ma tanto lavoro, sacrificio ed impegno per farlo. In Italia si stimano più di 150.000 piante di olivo, più di due piante per ogni abitante.

Moltissime le varietà coltivate in Italia e diversi i sistemi di coltivazione. Sta di fatto che l’olio extra vergine di oliva, come tanti altri prodotti agricoli, esprime la territorialità  nelle sue particolarità  uniche ed irripetibili. La produzione del 2017 di olive e di olio è ridotta rispetto alla media annua decennale circa del 15%. Complici la pioggia primaverile durante la fioritura e la grande siccità estiva, la produzione si è contratta, ma la qualità e la sanità  delle olive è stata veramente alta.

Ma quanto olio extra vergine di oliva si ottiene con 100 kg di olive? Per un quintale di olive si oscilla dai 10,5 kg ai 20 kg di olio extravergine ed anche più. Considerando che il peso specifico dell’olio extra vergine di oliva è di 0,92 kg/dm3, significa che da 100 kg di olive si possono ottenere da 11,3 lt a 21,6 lt. Le rese più alte si ottengono con olive molto mature; quelle più basse con le raccolte più precoci che per contro danno olio extravergine poco acido, molto profumato e di ottimo gusto. Ecco una prima verità sulla qualità , la precocità  di raccolta. Un secondo ed importante fattore qualitativo è rappresentato dalla riduzione dei tempi che intercorrono tra il distacco dalla pianta e la lavorazione in frantoio. Terzo: la pulizia e l’igiene del frantoio. Quarto: la sanità  delle drupe in termini di malattie fungine e soprattutto di mosca dell’olivo che letteralmente deturpa il profumo ed il gusto di questo alimento. Quinto: la coltivazione bio-logica, ovvero il pensiero e le modalità  logiche applicate a favore della Vita, che non significa non fare alcunchè in campo! Infine, per fare un buon olio extra vergine di oliva serve un altro ingrediente fondamentale: la passione! Per questo vogliamo farvi assaggiare l’Extra Tova del 2017; vi aspettiamo venerdì sera 1 dicembre presso la Tenuta Tovaglieri di Golasecca.

Andrea Tovaglieri

 

Cosa si fa a novembre nel frutteto

Il mite inizio di autunno sembra allungare la stagione nell’orto, nel frutteto e nei giardini. Tuttavia è tempo di mettere in programma i lavori di fine stagione.

Nel frutteto le operazioni consigliate prima del gelo sono due: la concimazione al piede e il primo trattamento invernale.

La concimazione autunnale alle piante da frutto consiste nella distribuzione di concimi granulari, minerali o organo-minerali, a base di azoto, fosforo e potassio. Consigliamo di accoppiare al concime ternario il carbonato di calcio: abbondante come correttivo nei terreni a reazione acida, ma anche come concime che apporta calcio e magnesio, mesoelementi fondamentali per la produzione frutticola, in tutti i terreni.

Il primo trattamento invernale viene in genere collocato dopo la caduta delle foglie, o quando è caduta la maggior parte di esse, tra la metà  di novembre e l’inizio di dicembre. E’ un trattamento da effettuare su piante in riposo vegetativo con prodotti di copertura dalla duplice azione: disinfettare e disinfestare  le piante dalle avversità  subìte nella stagione appena conclusa; prevenire e proteggere le malattie e i parassiti nella produzione a venire. Perciò un trattamento invernale standard è composto sia da un prodotto rameico che elimini i funghi patogeni, sia da prodotti insetticidi attivi per contatto come l’olio minerale o i fosforganici, che debellino i parassiti insetti svernanti sulle piante da frutto.

L’olio minerale e il rame sono prodotti fitosanitari consentiti in agricoltura biologica. Inoltre i trattamenti invernali sono eseguiti in periodi lontani dalla maturazione e dalla raccolta, senza alcun rischio di principi attivi residui nella frutta. Certamente tali trattamenti non sono sufficienti per contenere completamente le malattie del frutteto, ma per questi due motivi, per la facilità  di distribuzione al bruno, per l’efficacia indiscussa sul contenimento di malattie onnipresenti come la ticchiolatura e la bolla del pesco…vale la pena di considerarli!

I tecnici del Giardivendolo sono disponibili per dettagli e chiarimenti sull’argomento.

Buon lavoro!

 

Serena Tentorio