SICCITÀ&VEGETAZIONE
Il 2022 verrà ricordato come uno degli anni più caldi e più aridi di precipitazioni meteoriche di sempre.
Normalmente dal basso varesotto (Malpensa) fino all’alto varesotto (Maccagno) piovono annualmente dai 1.100 lt/mq ai 2.000 lt/mq; quest’anno, da gennaio a luglio, sono mancati fino a 800 litri di acqua al mq rispetto alla media trentennale del periodo.
La siccità viene ancor più aggravata e sentita dai vegetali se si considera il contemporaneo verificarsi di queste altre condizioni:
– Temperature più alte di quasi 5 °C rispetto alla media
– Ventosità notevolmente aumentata
– Umidità relativa più bassa (aria più secca)
– Irradiazione solare maggiore sia in termini di numero maggiore di giornate serene che di quantità e qualità della luce.
Pur soffrendo tutte, alcune piante, sia in natura che nei nostri giardini, hanno messo e stanno mettendo in atto tutte le possibili strategie per poter sopravvivere fino a migliori condizioni ambientali. In assenza di irrigazione artificiale la genetica di ogni vegetale e le caratteristiche del terreno in cui cresce sono state le variabili che hanno fatto la differenza tra vivere e morire.
Prati
Arbusti
Alberi
PRATI
Il 2022 è stato veramente l’anno del: No Acqua, No prato!
Tutto secco, soprattutto se il terreno è sciolto e povero di argilla, quella componente del terreno che anche in piccola percentuale è in grado di trattenere un po’ di umidità. I prati hanno resistito se ci sono stati un buon impianto di irrigazione e soprattutto la disponibilità effettiva di acqua, nonché la possibilità per legge del suo utilizzo irriguo. Mai come quest’anno l’irrigazione ha svolto la duplice e preziosa funzione di apporto idrico e abbassamento termico del terreno, oltre che delle plantule.
– La scarsa irrigazione dei prati (rilevata anche a macchia di leopardo) ha determinato decolorazioni, crescite ridotte, disseccamenti (per stasi vegetativa estiva), insediamento di infestanti soprattutto macroterme.
– L’elevata irrigazione con le alte temperature, ha determinato malattie fungine e lo sviluppo di numerose larve di coleotteri (tra cui la Popillia), che hanno trovato un buon sito di ovodeposizione.
A parità di irrigazione la genetica dell’erba ed il terreno hanno fatto la differenza: la Poa pratensis e la Festuca arundinacea, essenze macroterme, per quanto provate hanno manifestato meno problemi.
È una buona occasione per riflettere e valutare se rivedere completamente il concetto di “tappeto erboso”
a livello progettuale affinché l’ambita copertura verde del terreno sia più rispondente alle condizioni del clima che sta cambiando piuttosto che a valori estetici difficilmente sostenibili sotto il profilo dell’impatto ambientale e dei costi.
PRATI
Il 2022 è stato veramente l’anno del: No Acqua, No prato!
Tutto secco, soprattutto se il terreno è sciolto e povero di argilla, quella componente del terreno che anche in piccola percentuale è in grado di trattenere un po’ di umidità. I prati hanno resistito se ci sono stati un buon impianto di irrigazione e soprattutto la disponibilità effettiva di acqua, nonché la possibilità per legge del suo utilizzo irriguo. Mai come quest’anno l’irrigazione ha svolto la duplice e preziosa funzione di apporto idrico e abbassamento termico del terreno, oltre che delle plantule.
– La scarsa irrigazione dei prati (rilevata anche a macchia di leopardo) ha determinato decolorazioni, crescite ridotte, disseccamenti (per stasi vegetativa estiva), insediamento di infestanti soprattutto macroterme.
– L’elevata irrigazione con le alte temperature, ha determinato malattie fungine e lo sviluppo di numerose larve di coleotteri (tra cui la Popillia), che hanno trovato un buon sito di ovodeposizione.
A parità di irrigazione la genetica dell’erba ed il terreno hanno fatto la differenza: la Poa pratensis e la Festuca arundinacea, essenze macroterme, per quanto provate hanno manifestato meno problemi.
È una buona occasione per riflettere e valutare se rivedere completamente il concetto di “tappeto erboso” a livello progettuale affinché l’ambita copertura verde del terreno sia più rispondente alle condizioni del clima che sta cambiando piuttosto che a valori estetici difficilmente sostenibili sotto il profilo dell’impatto ambientale e dei costi.
È una buona occasione per riflettere e valutare se rivedere completamente il concetto di “tappeto erboso”
a livello progettuale affinché l’ambita copertura verde del terreno sia più rispondente alle condizioni del clima che sta cambiando piuttosto che a valori estetici difficilmente sostenibili sotto il profilo dell’impatto ambientale e dei costi.
PER QUALSIASI INFORMAZIONE NON ESITARE A CONTATTARCI!
Chiamaci al +39 033198293
Oppure scrivici a info@studiotovaglieri.it
ARBUSTI
Quante Azalee, Eriche, Fotinia e addirittura Lauroceraso abbiamo visto morire in questa estate 2022? Arbusti normalmente mai irrigati, a cui bastava la pioggia di qualche acquazzone estivo per passare egregiamente anche le estati più calde. Quest’anno hanno capitolato di fronte alla prolungata mancanza totale di acqua. Se si prova ad estirpare una azalea disseccata, ci si accorge del diffuso, fascicolato e profondo apparato radicale ancora ben ancorato nel terreno, aggrappato ad ogni particella di terra che non ha mollato fino alla completa disidratazione; la siccità ha ucciso l’azalea, il terreno e tutto quello che dentro vi abitava. Se la siccità perdura, il disseccamento è irreversibile ma qualche irrigazione di soccorso mirata può bastare ad evitare l’irreversibile.
Cosa fare dunque per quegli arbusti ancora vivi ma in evidente stato di sofferenza? La potatura dei rami compromessi e deperenti è un sistema per ridurre sensibilmente la superficie disperdente l’umidità interna del vegetale; si eviti però la potatura drastica. La ripresa può essere assecondata da trattamenti biostimolanti a base di estratti di alghe, zuccheri e aminoacidi, che vengono effettuati sia alla chioma (se ricettiva) che all’apparato radicale.
Cosa fare dunque per quegli arbusti ancora vivi ma in evidente stato di sofferenza?
La potatura dei rami compromessi e deperenti è un sistema per ridurre sensibilmente la superficie disperdente l’umidità interna del vegetale; si eviti però la potatura drastica. La ripresa può essere assecondata da trattamenti biostimolanti a base di estratti di alghe, zuccheri e aminoacidi, che vengono effettuati sia alla chioma (se ricettiva) che all’apparato radicale.
PER QUALSIASI INFORMAZIONE NON ESITARE A CONTATTARCI!
Chiamaci al +39 033198293
Oppure scrivici a info@studiotovaglieri.it
ALBERI
Quando un albero secca completamente non si può non vedere! Quante Betulle, quanti Ciliegi, quanti Faggi e quante Farnie. Occorre però fare un importante distinguo: quelli che hanno le foglie secche ancora attaccate ai rami e quelle che le hanno fatte cadere, tanto che sotto la chioma sembra autunno. I soggetti più malati e compromessi in genere soccombono; alcuni riusciranno a sopravvivere ma saranno irreversibilmente menomati di parti significative della chioma, ma anche delle radici.
Alla fine di questo periodo siccitoso occorrerà fare una sorta di “punto della situazione” con un agronomo esperto per valutare quali alberi è conveniente eliminare e quali conservare, concentrandosi su questi e partendo dalla verifica dei presupposti della sicurezza, passando quindi per gli aspetti funzionali, storici e paesaggistici e non ultimi quelli affettivi.
Alla fine di questo periodo siccitoso occorrerà fare una sorta di “punto della situazione” con un agronomo esperto
per valutare quali alberi è conveniente eliminare e quali conservare, concentrandosi su questi e partendo dalla verifica dei presupposti della sicurezza, passando quindi per gli aspetti funzionali, storici e paesaggistici e non ultimi quelli affettivi.
ALBERI
Quando un albero secca completamente non si può non vedere! Quante Betulle, quanti Ciliegi, quanti Faggi e quante Farnie. Occorre però fare un importante distinguo: quelli che hanno le foglie secche ancora attaccate ai rami e quelle che le hanno fatte cadere, tanto che sotto la chioma sembra autunno. I soggetti più malati e compromessi in genere soccombono; alcuni riusciranno a sopravvivere ma saranno irreversibilmente menomati di parti significative della chioma, ma anche delle radici. Alla fine di questo periodo siccitoso occorrerà fare una sorta di “punto della situazione” con un agronomo esperto per valutare quali alberi è conveniente eliminare e quali conservare, concentrandosi su questi e partendo dalla verifica dei presupposti della sicurezza, passando quindi per gli aspetti funzionali, storici e paesaggistici e non ultimi quelli affettivi.
Contatti
Studio Tovaglieri
Via delle Vignazze, 1 ang. Via Berlinguer
21010 Golasecca (VA) Italia
T +39 0331 958293
Fax +39 0331 959319
E-mail: info@studiotovaglieri.it
PEC: a.tovaglieri@epap.conafpec.it
Richiesta informazioni per siccità & vegetazione
*campi obbligatori